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Sterilizziamo i cani contro il randagismo

1/3/2016

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Sterilizziamo i cani contro il randagismo, altrimenti sono destinati a una fine orribile dice Xenia Prelz, che con l’omonima fondazione si prende cura degli amici a quattro zampe:

“La gente non capisce che una bestiola è un impegno!”
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La vita randagia dei cani e dei gatti delle strade italiane è dura, scomoda e pericolosa come sa esserlo un mondo a misura d’uomo e non di animale. Ecco perché a Roma, c’è la Fondazione Prelz, onlus che si occupa di dare ospitalità a cani e gatti dal 2003. “Un cane è un impegno”, dice Xenia Prelz, una signora determinata che ha dato vita alla fondazione “se si prende una bestiola con troppa superficialità, alla prima difficoltà sarà eliminata con la stessa disinvoltura”.

“Le adozioni non sono sufficienti”

Tra le tante attività della onlus c’è anche quella della sterilizzazione dei randagi: “La gente dovrebbe comprendere che è meglio non far fare i cuccioli alla cagnetta di casa, dato che poi fanno una brutta fine. Così l’unico modo che abbiamo per salvare gli animali che vivono per strada è evitare che si riproducano”, dice Xenia. “Non è sufficiente salvare il singolo cane e trovare qualcuno che lo adotti per risolvere una situazione drammatica: Una sterilizzazione a tappeto consente di tenere sotto controllo il numero di cani e gatti randagi delle città, evitando loro una fine orrenda”.

Secondo la Signora Prelz, c’è un alto numero di cuccioli “nati per sbaglio”. Ci sono richieste di aiuto da tante persone. All’inizio i cuccioli sono piccoli e carini, poi intorno al quarantacinquesimo giorno di vita, quando la mamma non li mantiene più col latte, vengono gettati nei cassonetti”. Per spiegare meglio il concetto, Xenia cita i dati di uno studio americano, per il quale “nell’arco di sei anni da una femmina di cane possono nascere circa 65mila altri cani”. Un numero incredibile che troverebbe una spiegazione “tenendo conto”, spiega Prelz, “delle cucciolate che riguardano non solo la “madre” ma anche le “figlie” e le “nipoti”. Secondo l’esperta, una femmina partorisce due volte l’anno dai cinque ai dieci cuccioli ogni volta. Nel caso dei randagi , però, ne sopravvivono solo tre.

Il sistema delle adozioni non funziona bene nel nostro Paese; “Grazie alla Fondazione riusciamo a far adottare alcune centinaia di animali l’anno ma è uno sforzo non sufficiente. Questo per esempio è un “ottimo” anno per gli abbandoni degli animali e un pessimo anno per le adozioni. Da Roma in giù per noi è molto difficile riuscire a trovare una famiglia per cani e gatti e forse non è un caso che il randagismo sia diffuso al Sud, spiega Xenia.

La sua Fondazione non si occupa solo di sterilizzazione. “Ospitiamo circa 150 cani”, prosegue, “quelli più anziani dormono in camere riscaldate mentre di giorno stanno sul prato. Quelli di taglia più grande vivono all’interno di recinti di 100 metri quadri per animale. Tutti i nostri “ospiti” hanno cure, cibo e assistenza. Siamo anche disponibili a prenderci cura degli animali quando il padrone non ci sarà più, basta fare un lascito alla Fondazione Prelz onlus”. 

Intervista a Xenia Prelz, pubblicata su “VERO”, agosto 2014


Nell’ambito della
LOTTA AL RANDAGISMO
Presso la Fondazione Prelz onlus
l’Ambulatorio Veterinario “Per il tuo cane”
pratica a costi contenuti
INTERVENTI DI STERILIZZAZIONE
per cani e gatti

perché…


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Intervista: Cinque domande a Xenia Prelz

10/3/2015

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Cinque domande a Xenia Prelz di Erika Sartori, tratto da: Lilly per i Vagabondi
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Xenia, mi racconti un episodio particolare che ci parli di come è iniziata la tua relazione con il cane?
“E’ stato quando mio padre mi ha portato da Budapest una” foxina” tutta arruffata e me l’ha messa in braccio. Avevo cinque anni. Mi ricordo che l’ho chiamata Susi ed è diventata la mia unica ed inseparabile compagna di giochi, in quella casa solitaria, dove vivevamo in tempo di guerra.
La vestivo, la mettevo nella carrozzella… ero una bambina sola con Susi. è stata l’unica amica della mia infanzia.
Posso senz’altro affermare che la vicinanza dei cani è stata costante durante tutta la mia vita.
Intorno ai miei quarant’anni sono venuta a vivere a Campagnano. Era il periodo nel quale mi stavo separando da mio marito. A quell’epoca mi sono dedicata ai cavalli per una decina d’anni. Comunque anche allora mi occupavo “abbondantemente” di presenze canine.
Nell’85 ho aperto la pensione per cani e i trovatelli hanno cominciato ad aumentare, finché ho deciso di fare qualcosa che potrà garantire a loro un futuro, per quando io non potrò più occuparmene direttamente. è così che nel 2000 nasce la Fondazione Prelz.”

Perché una Fondazione?
Mi lascia sperare che nel futuro il mio lavoro, diciamo la passione della mia vita, avrà un seguito.
Qui ci sono due attività. La Pensione che fornisce ai cani più fortunati un luogo sicuro, quando i padroni si allontanano o non sono più in grado – per vari motivi – di occuparsi di loro.
La Pensione aiuta la Fondazione ad occuparsi dei randagi.
In particolare privilegiamo le femmine e i cucccioli che sono i più vulnerabili. Li alleviamo, li curiamo, li sterilizziamo e cerchiamo loro un’adozione. Con il tempo ho costruito una Clinica veterinaria, che mi consente di curare e sterilizzare i cani in loco e fornire anche un servizio analogo alle associazioni e ai gruppi di volontariato, in maniera che possano usufruire dei nostri servizi veterinari con un modesto rimborso delle spese vive.

Qual è il tuo sogno per il suo futuro?
Mi piace pensare che tutto questo impegno possa continuare. Fornire un aiuto verso chi ha più bisogno nel tempo che verrà. Voglio sperare che il randagismo si riduca, che le campagne di sensibilizzazione aumentino, che la coscienza e il senso di civiltà degli umani possa migliorare.

Quali suggerimenti daresti con la tua grande esperienza ai padroni dei cani, perché non umanizzino troppo il loro compagno e allo stesso tempo se ne prendano cura in modo equilibrato?
Rispettare la loro natura, sono cani e non bambini. Sembra un concetto semplice e riduttivo, ma non lo è. Fa parte del rispetto che dobbiamo agli “altri”, (cani e umani) che ogni giorno di più, pare si stia affievolendo.

Cosa significa abbandonare?
Essere dei vigliacchi. Che vale anche nella vita: non volersi assumere la propria responsabilità.
In questi anni ho assistito personalmente a scene pietose: persone in grado di raccontare storie “strappacore” pur di riuscire a “mollare” il povero cane diventato improvvisamente un ingombro.
Io non dico “non abbandonatelo”, perché chi lo vuole abbandonare, lo farà comunque, ma dico in modo chiaro e senza mezzi termini: “pensateci bene prima di prendere un cane”.

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Alcuni degli ospiti della Fondazione si presentano . . .

11/11/2014

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Intervista a Xenia!

2/9/2014

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​Oggi andiamo a conoscere una persona che della sua passione ne ha fatto un vita: Xenia ci racconta la storia del suo amore per i cani e come è nata la sua fondazione!
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